(…) Cosa rappresenta per te il disegno?
È la forma meno ingannevole per capire un’opera. Il disegno non mente e non dà sconti di nessun tipo. Collega perfettamente il pensiero alla mano, è di natura alta. Fin dall’inizio ho disegnato, ma vi è stato un lungo periodo in cui il disegno è stato al servizio della pittura. Questa eccezione è terminata quando, dopo un periodo di crisi, il disegno è arrivato a me di nuovo senza che io lo cercassi. Avevo 38 anni e ho cominciato a disegnare ogni giorno e notte. Da lì la mia rinascita artistica. Il disegno mi ha salvata dalle paure, dai falsi problemi, e ha cambiato per la seconda volta il mio modo di dipingere. Mi ha fatta maturare tanto. (…)
Estratto dell’intervista Pittura lingua viva. Parola e Elisa Filomena a cura di Damiano Gullì – Artribune, 10 giugno 2019