Questi disegni si caratterizzano per l’uso preponderante dei pastelli dati con i polpastrelli delle dita.
Il lavoro si concentra su una rarefazione del segno e una minimalizzazione delle forme.
Questo è avvalorato dall’uso di mascherine per contenere il colore e formare dei profili o dei volti quasi come nati da ombre.
Dal contorno netto e definito dell’immagine stilizzata il lavoro si modifica con chiari e scuri di colore che dall’ombra si fa presenza eterea.

(…) Mi ha raccontato come gli ultimi due anni siano stati densi di lavoro, cambiamenti e ripensamenti. «Il mio è stato un lavoro costante perché la pittura genera pittura. E certo la difficoltà è portare avanti questo lavoro perché è totalizzante, ma quando capisci cosa sei chiamato a fare, non puoi tirati indietro». Per Elisa Filomena l’arte è una vocazione che richiede sacrifici, esercizio e lavoro. È una chiamata a cui non ci si può sottrarre. «Quando capisci cosa sei chiamato a fare, non puoi tirarti indietro», continuo a pensarci, non riesco a togliermi questo pensiero dalla testa. Elisa lo ha fatto con grande serietà e dedizione. Di giorno lavora fuori casa e la notte viene dedicata all’arte. Dalle 22.30 alle 2 o 3 del mattino Elisa disegna e dipinge. Sempre, ogni giorno. Mi spiega che è una necessità, ormai non ne può fare a meno. Seduta sul divano nel suo studio disegna e disegna. Me la immagino, assorta e concentrata a riempire le pagine del suo diario per immagini. Mi ha colpito davvero tanto questa disciplina. Mi ha spiegato che ogni notte realizza circa 6 o 7 carte – «certo poi seleziono sempre!» – e riempie così le pagine del suo diario notturno. (…)

Arianna Beretta. estratto critico della mostra personale Diario Notturno, Circoloquadro arte contemporanea, Milano, 2019