La ricerca si basa su diverse fotografie prevalentemente degli anni ’50 e ‘60, in cui viene indagato il linguaggio delle relazioni umane e nello specifico della coppia, delle forze e dell’intimità che nascono, scandagliandone senza paura la parte buia.
Si accompagnano dipinti che mostrano una pittura alla prima senza ripensamenti e conservando la tensione necessaria e immediata che deriva dalla costante attività del disegno.
Viene ricercata l’immediatezza e la volontà di evidenziare ciò che è l’espressione dell’istante e del soggetto che è rappresentato. Il gesto pittorico assume valenza di emozione ed è rivelatore di ciò che è di più oscuro alla materia.

Una pittura fatta di segni e tracce come se quello che resta sulla superficie fosse impronta o residuo di immagine slavata e corrosa, ombra colorata che si sgretola e sfalda, immagine persa e poi riacciuffata velocemente prima della sua sparizione ultima, il bianco del foglio o della tela presente e molto, chiarore pallido e tracce di colore antico di terra e aranci e marroni e rossi. Pittura seduta spiritica. E pennellata che, più si carica di memorie, impressioni e visioni, più si scarica inversamente di materia, seccandosi in bave sottili, filamenti nervosi, scie, rapidi trascinamenti e tracce sbiadite. (…)

Corpi sempre, come tenuti a una giusta distanza: figure nel paesaggio e figure in interno (…). Colore ancora, vibrante.

Massimiliano Fabbri, estratto critico della mostra Selvatico [TREDICI] – 2018 Fantasia / Fantasma – Pittura tra immaginazione e memoria al Museo Civico Luigi Varoli di Cotignola (RA)