L’ispirazione romantica giunge anche dagli scatti dei Preraffaelliti e dalle immagini di Lewis Carroll. Donne antiche (…), spesso impegnate in attività esoteriche (…). Donne dall’apparenza fragile, atmosfere sospese e rarefatte. Nei disegni la grafite si accompagna a tocchi di colore che come per magia evidenziano un determinato dettaglio, morbide nuvole cromatiche che creano ritmo e mistero. Un procedimento simile avviene con l’acrilico sulle tele, ma con una gestualità più veloce e istintiva. E ancora donne evanescenti come spiriti e spettri, suggestioni gotiche che non incutono timore, ma partecipazione per una condivisa delicatezza. I dipinti delle figure femminili degli anni ‘50 e ’60 derivano dall’analisi di fototessere di quell’epoca, scattate in America dalle cabine automatiche. Donne vere e sofferte, ritratte dall’artista con accenni espressionisti.
Vera Agosti, estratto critico dalla mostra personale Levitazione alla Libreria Bocca di Milano, 2017
Elisa Filomena è una pittrice torinese che di Torino ha raccolto i due straordinari retaggi: il mistero e il misticismo. La sua pittura, così particolare e intimista, riesce sorprendentemente a toccare e far risuonare le corde di un’armonia universale. Il suo è un linguaggio sussurrato, farneticante e affabulatorio, che sciorina atmosfere lievemente esoteriche e alquanto evocative. Pregnante, immaginifica, una vera “filatrice dell’invisibile”, dentro e fuori di noi. Luci e ombre, vita e morte, angeli e demoni, più non sappiamo dire cosa siano.
Maria Rita Montagnani, estratto dall’intervista Elisa Filomena – Filatrice dell’invisibile